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POESIE DI VITTORIO CAMPANELLA.

Inedite

INDICE

A Gabrio

A Licia

Acropoli di Atene

Fanciulle di Gotheborg


 

 

A Gabrio

Gabrio,compagno e fratello,
in silenzio
ci hai lasciati a quest'ombra
buia dei cosiddetti viventi
di oggi
e il tuo silenzio noi lo vediamo
splendere all'orizzonte,
lo sentiamo con voce alta
chiamare armonie smarrite.

E siamo da te, sempre vivo,
illuminati,
da te affidati alla verità
che si espande sopra questa palude
come una limpida onda musicale.

Non sei morto, Gabrio!
La tua vita continua fino all'ora sacra
dell'umanità libera
nella festa corale
della giustizia planetaria.

Intanto seguitiamo a vederti
seguitiamo ad ascoltarti!

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A Licia

Dopo di te che riposi
entro il cerchio d'oro
della tua armonia compiuta,
séguita a volare in un'aria intatta
il tuo sogno, Licia,
variopinto di note,
di parole, di atti di fede.

Noi ancora respiranti
in quest'aria corrotta
come faremo a raggiungerlo,
per esserti ancora compagni,
per ascoltare ancora
il tuo credo inflessibile?

Hai chiuso gli occhi
per tua fortuna
alla lenta morte dell'uomo,
e il tuo sogno
sovrasta libero e sereno
questo nero nembo che ci avvolge,
sperdendo nel vuoto
i frammenti residui
dei nostri miti,
esili rami staccati
da un albero fiorito
in un'antica lontanissima
primavera.

Ma ti risentiamo, Licia,
in un candido riflesso di te,
che brilla lassù,
dove può giungere almeno
la redenzione
della memoria.

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Acropoli di Atene

Sì, ero uno sterile frammento
d'umanità prosciugata, esausta:
davanti alla tua vertigine bianca
di pentelico. Ero lì a raccogliere
dissonanze tragiche
nel raggio d'oro tuo
che alla mia persona logora
non si fermava,
ondata di tempi accesi di un fuoco
da noi dimenticato,
che inarcava su di me
quel senso di sfocatura,
mentre per te era linea diritta,
era la direzione sicura
del giavellotto dell'atleta,
del frontone fidiamo,
triangolo di titani
plasmato eternamente nell'aria.

Oasi inattingibile di verde oliva
e di candore marmoreo,
non potrai rispondere mai
dal tuo pitico oracolo a questa
oramai secolare domanda
che con tanti altri naufraghi
della storia
ho concepito senza più voce:
- dove mai s'innalzerà per noi
la tua riverberata armonia?

Resta, di notte,
l'incrocio policromo dei fari
sulle tue pietre, a esaltarmi
come dinanzi a un mito scenico,
solo per consolare
una lunga nostra veglia
impotente.

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Fanciulle di Gotheborg

Le mani bianche vostre
alzate
noi sentiamo ora
di toccare e stringere
fra le nostre!

Ci fluisce nell'animo
e nelle membra un vortice
elettrico di felice
trasognare
un mattino tutto dorato
e azzurro.

Fanciulle della riscossa ingenua,
siamo in attesa di lasciarci da voi
lanciare nello spazio
ancora incontaminato,
facendo tutto un coro immenso
con voi,
tutto un intreccio di mani
con voi,
per un girotondo
gigantesco,
che abbracci l'intero pianeta,
vittoriosamente globalizzato
dalla sterminazione
dell'esistere umano
come merce in vendita.

E intanto ascoltiamo i vostri canti
corali,
imparando da voi
a essere vivi.

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