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IN MEMORIA DI VITTORIO CAMPANELLA.

 Con molta commozione, desidero dare la notizia della morte di Vittorio Campanella.

Di recente è stato pubblicato dall'ICI, il suo romanzo L'Orso di roccia.

Ora, fino a pochi giorni fa, Vittorio si dedicava alla scrittura di un nuovo romanzo.

Per me, come il personaggio del suo racconto, diffondeva "polline di Saggezza".

Liliana Valentini
Siena
7 Aprile 2007


Un'attività, quella di Vittorio Campanella destinata ad un messaggio vitale e sociale che attraversa tutto il testo del suo romanzo.

L'ORSO DI ROCCIA

Un realismo tutt'altro che fotografico, ma piuttosto ideografico, accompagnato com'è da un bisogno di relazione comunicativa e da un modesto messaggio di speranza e di fiducia nella prevalenza delle forze di vita su quelle di morte, che oggi vediamo apparentemente prevalere.

Come dice l'autore: "che essere vivi al mondo volesse dire respingere tutto quello che il mondo aveva costruito attorno, e ignorare che cosa si potesse ancora costruire, essere al buio più fitto davanti al mistero di ciò che fosse accettabile e desiderato. Perchè, il mondo dove respira l'essere che vuole vivere, doveva consistere soltanto in un labirinto artificioso di menzogne e di stupidità incomprensibile".

Maria Rosa Ferrara
Prefatrice de L’orso di roccia
Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli, 2007
Napoli


Impressioni di lettura (L'orso di roccia, ICI EDIZIONI)

Mi pare che per Vittorio, nella ricerca del "porto franco" dell'umanità, nella spinta verso la liberazione, ci sia, come caratteristica indispensabile, l'aria da respirare liberamente.

Questo mi pare interessante e vero, non solo come metafora.

Infatti nella vita quotidiana, la condizione dell'ansia agisce spesso proprio come una disfunzione del respiro, con tutti i conseguenti limiti e difficoltà.

Molte sono le situazioni ansiogene e forse qualcuno sceglie intenzionalmente di propagare l'ansia, per esercitare un controllo.

Liliana Valentini
Siena


Pensieri sul romanzo "L'orso di roccia" di Vittorio Campanella.

Ci sono dei momenti di più intima commozione, magari mentre guardi l’ultimo orizzonte; magari mentre ti senti confuso con quella luce che stai fissando.

Se volte, ne scaturiscono parole, queste poi ti aiutano a ricordare, a ricalarti in questo atteggiamento. E’ come vivere in un’altra dimensione.

Scatta la certezza di ritrovare la parte più autentica di se stessi. Ed anche la convinzione che questa autenticità, di sicuro, in un simile atteggiamento, anche altri la sperimentino.

Allora, questi sono anche i momenti di più vasta comunicazione. Quando ti senti parte di quell’aria che respiri e che poi diventa una componente del tuo stesso corpo.

Ma non è un travalicare negando la propria situazione. Anzi lo slancio parte proprio da lì, da dove noi siamo, con tutti i limiti e bisogni, sentendo che proprio dalla nostra situazione, nasce l’impegno a trovare(creare?) un mondo che dia soluzione positiva (giusta) a tutte le tensioni.
In questo atteggiamento, ricco e complesso, dialettico, scorre il viaggio del veliero (“un qualsiasi veliero, strumento di un qualsiasi potere”).

Liliana Valentini
Siena


PREMIO NUOVE LETTERE 2007

Gabriella Macucci ritira il Premio Nuove Lettere assegnato a Vittorio Campanella, alla memoria.

NAPOLI Domenica 15 luglio